Domanda
Egregio Comitato scientifico,
nel ringraziare per le preziose risposte fornite mi trovo, purtroppo di nuovo a scrivere.
La diagnosi del tumore al colon di cui mio padre è stato operato è la seguente: adenocarcinoma gelatinoso infiltrante la parete e il grasso periviscerale, margini di espansione di tipo infiltrante, assenza di reazioni linfoplasmacellulare peritumorale 3-7; con metastasi di tipo linfoperilinfonodale a dodici linfonodi, massiva invasione del grasso perilinfonodale e invasione vascolare. Margini di resezione indenni.
In forza di tanto, ha dovuto iniziare a fine gennaio un ciclo di chemioterapia che è stata definita precauzionale della durata di 6 mesi che consta di 12 sedute.
Tuttavia, benchè fosse stato dichiarato guarito nel senso che l’intera massa tumorale risultava asportata, a seguito di una TAC sono emersi sia al fegato che ai polmoni del micronoduli di cui non si conosce la natura.
Invero, in sede chirurgica il fegato è stato esplorato macroscopicamente, seppur con difficoltà , e dichiarato indenne.
Dunque chiedo:
1) è possibile che nell’arco di due mesi (tanto è trascorso dall’intervento) si siano formati questi micro noduli?;
2) quale natura potrebbero avere?
3) la chemioterapia potrà influire su una loro stabilizzazione o regressione?
4) cosa significa che il tipo tumorale è giunto alle pareti venose? Tanto può determinare una maggiore facilità di riproduzione del tumore poichè il sangue fa da conduttore ad eventuali altre cellule cancerogene?
Grazie.
Cinzia
Cinzia
Risposta
Il tumore di suo padre ha invaso sia il sistema linfatico che quello vascolare per cui la comparsa di metastasi è molto probabile. la cosa importante è che, se alla tc eseguita prima dell’intervento (l’esplorazione chirurgica non può vedere gran parte del fegato) i noduli non erano presenti, ciò che ora viene evidenziato rappresenta delle metastasi. la chemioterapia può essere efficace, ma la riterrei, dal poco che so, palliativa e non curativa