Domanda
Grazie per la rapida risposta. Invio qualche elemento in più. Trattasi di una signora, ora di 52 anni, operata nel 1995 di isterectomia per menometroragie, nel 1996 per sindrome aderenziale addominopelvica (viscerolisi), nel 1998 di emicolectomia sinistra per stipsi severa e dolicomegasigma (?) con anastomosi colon rettale latero-laterale (ho preso atto che tale intervento non va praticato se non in casi particolarissimi), dopo 2 mesi agoaspirazione del Douglas per raccolta sieroematica (ricovero per sospetta peritonite), nel 1999 sottoposta a laparotomia con viscerolisi ed annessiectomia bilaterale, nel giugno 2003, operata per prolasso rettale con sindrome da defecazione ostruita e rettocele (colposospensione sec. Burch – resezione regolata del retto), in sostanza una vera e propria odissea chirurgica.
La situazione attuale è quella di una invincibile sindrome da defecazione ostruita verosimilmente legata ad una intussuscezione rettale dimostrata da una defecografia. E’ indicata una colostomia? Oppure ci sono altri rimedi?. Una siffatta patologia, può degenerare in cancro? Grazie.
maurizio vanni
Risposta
In genere la sindrome da defecazione ostruita può essere trattata con successo con rimedi meno invasivi di una oclostomia, ma solo lo specialista che segue la paziente può avere un quadro completo della situazione e prescrivere le cure più appropriate