Domanda
Mio padre di anni 71 si è recentemente sottoposto, a seguito della rilevazione di sangue occulto nelle feci, ad un esame colonscopico che ha evidenziato una neoplasia rettale di circa 4 cm a 10 cm.
La diagnosi dell’esame istologico è la seguente:
– frammenti di adenocarcinoma intestinale moderatamente differenziato infiltrante.
Esami effettuati:
– esami ematochmici nei limiti con markers neoplastici negativi
– rx torace negativa
– ecografia addome-pelvi negativa per lesioni secondarie
Esami effettuati in attesa di esito:
– TAC addome inferiore con m.d.c.
– Ecografia endorettale
Il centro a cui ci siamo rivolti, in attesa dell’esito dei due esami sopradescritti, ha stabilito che si procederà , prima dell’esecuzione dell’intervento, con un ciclo combinato di radioterapia e chemioterapia della durata di due mesi, in modo da ridurre la massa da asportare. Tale tecnica renderebbe meno probabile la deviazione del retto in “sacchetto” esterno.
Temo che eseguendo prima la terapia, mio padre possa arrivare esausto all’intervento
La radioterapia può danneggiare in modo irreparabile il retto o altri tessuti circostanti?
Non sarebbe più opportuno eseguire prima l’intervento e successivamente le opportune terapie?
Esistono statistiche di guarigione dei due metodi?
Grazie
marcog
Risposta
Egr. signore,
è opportuno aspettare l’esito dei due esami di stadiazione prima di decidere il tipo di terapia.
cordiali saluti
il comitato scientifico